24 gennaio 2012

Precarious We Stand
Così crescono le disuguaglianze !

In occasione della presentazione del rapporto dell’OCSE sull’evoluzione delle disuguaglianze “Divided We Stand”, portiamo ai partecipanti il saluto degli oltre 400 precari dell’Istituto Nazionale di Statistica: ricercatori, tecnologi e collaboratori tecnici a tempo determinato che forniscono un apporto fondamentale in tutte le attività di questo Istituto ed anche alla costruzione degli indicatori e delle misure della disuguaglianza presentati oggi.

La precarietà lavorativa è una dimensione centrale della disuguaglianza.

La condizione di incertezza che è imposta ad un lavoratore precario limita e condiziona le sue scelte di vita più importanti, è aggravata da modesti ed insufficienti strumenti di welfare a sua disposizione ed incide in modo iniquo sul suo (incerto) futuro pensionistico.

Una parte consistente dell’attività di questa e di molte altre Istituzioni pubbliche e non dipende dal lavoro quotidiano dei precari, che spesso rappresentano la componente più giovane e capace di innovazione: in Istat la quota di lavoratori precari ammonta al 20% del totale della forza lavoro, in altri Enti Di Ricerca questa percentuale è ancora più alta.

Disuguaglianza e precarietà sono fenomeni in larga parte determinati dalle scelte che una società compie.

Ci sembra evidente che la via d’uscita vera da questa crisi non può passare per un’ulteriore compressione dei diritti e delle garanzie del lavoro, né per i tagli indiscriminati al settore Pubblico e alla Ricerca.
Istruzione e Ricerca pubblica sono, infatti, le vere grandi opere di cui il Paese ha bisogno, le risorse ad esse destinate non sono mera spesa corrente, ma investimento sul futuro.
Per questo chiediamo al Governo di mettere in campo un consistente piano per la messa in sicurezza della ricerca pubblica che preveda:

-      la rimozione dei vincoli sull’utilizzo del turnover negli enti di ricerca, attualmente fissato al 20%;
-      l’apertura di un ragionamento serio volto alla stabilizzazione del rapporto di lavoro dei precari della conoscenza, anche attraverso l’utilizzo degli strumenti giuridici già esistenti, come l’articolo 5 del nostro CCNL che prevede la conversione a tempo indeterminato dei contratti a termine qualora questi siano stati sottoscritti a seguito del superamento di procedure concorsuali pubbliche.



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